Un tram chiamato Utopia

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Un tram chiamato utopia
A presto spiegazioni…;-)


Caos quotidiano (2)

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Pino Masi-La violenza
Quando pensi che tutto stia andando alla benemmeglio, tutto d’un tratto ecco che succede un patatrac. Ti sbatti, lavori, fai del tuo meglio, cerchi di compiere un percorso tuo per cercare di migliorare tutta una serie di condizioni e di atteggiamenti ed ecco che, dal nulla, quando pensavi che il tutto fosse risolto, la vita ti si rigira come un calzino. Un mio amico dice che i coglioni girano sempre in coppia, questo giro si sbaglia, costui è monoballa, gonfio e purulento con una gran capacità di abbaiare e vomitare sentenze senza un minimo di cognizione di causa. Non che io sia migliore, sia chiaro, ma quando ammetti agli altri e a te stesso i tuoi errori e in base a quelli cerchi di migliorarti giorno per giorno, diventa difficile accettare critiche e insulti da chi un’autocritica non se l’è mai fatta in vita sua. Ancor di piu’ difficile resta fare ordine in testa dopo quanto successo, accettare il fatto che gli sproloqui cagati nei miei confronti siano stati resi pubblici e fottersene. Imparare ad equilibrare mente e viscere, onde evitare patatrac ancora piu’ pesanti. Io ci sto provando, e tu?


Primo approccio all’Irish guitar: DADGAD

DADGAD, ovvero, dalla nomenclatura britannica degli accordi,
RE/LA/RE/SOL/LA/RE. Open chords, accordi aperti, chi ama la musica celtica sa di cosa sto parlando. Un accordo di RE suonato in DADGAD non sarà mai come un accordo di RE suonato in accordatura standard (MI/LA/RE/SOL/SI/MI). Ho avuto l’occasione di partecipare l’anno scorso a tre giorni di workshop organizzati dall’associazione Glenfleadh di Tesserete, a fianco di Ed Boyd, incredibile chitarrista dei Flook venuto apposta dall’Inghilterra per impartirci un po’ di nozioni di Irish guitar. Mattina lezione, pomeriggio session al pub (musicisti dall’Irlanda e dall’Inghilterra sono venuti apposta sia per suonare che per insegnare le tecniche di strumenti quali Bodhràn, Tin Whistle, Fisarmonica, Fiddle…), lezione e alla sera ancora session e grande bevuta con gli amici gaelici.
Esperienza magica, io e la mia fedele Cort ci siamo lasciati trasportare in questo mondo sconosciuto della musica celtica. Col passare dei mesi, ho cercato di raffinare la tecnica, sempre tenendo quell’approccio “istintivo” che da sempre mi caratterizza come chitarrista, lasciando da parte i metodi e lasciandomi trasportare là dove le dita hanno voglia di andare, seguendo quel “fil rouge” che ti porta a creare delle melodie. Ecco un paio di esempi:

Un’improvvisazione in dadgad molto alla buona…
impro

Tradizionale irlandese riarrangiato da me sempre in dadgad
paddy’s green shamrock shore