L’antenna di Huitepec Ocotal

Dieci giorni non sono molti, se contati nell’arco di tutta un esistenza. Quando pero’ questi “pochi” giorni ce li si vive quasi a “usi e costumi” della comunita’ in cui si e’ ospitati, il tempo si dilata all’inverosimile. Partiti da San Cristobal siamo giunti al Caracol di Oventik, dove la Junta de Buen Gobierno Zapatista ci ha lasciato il permesso scritto per andare alla comunita’ di Huitepec Ocotal, situata su una montagna che domina San Cristobal, decorata in cima da un’antenna ripetitore per le varie televisioni locali e nazionali. Nostro scopo e’ stato quelo ci osservare che cosa accade all’interno della riserva naturale, il lavoro principale dei compas li e’ quello di monitorare la riserva contro il taglio di alberi e le provocazioni delle famiglie priiste (PRI, partito rivoluzionario istituzionale). Questa comunita’ difatti conta, su una 70ina di famiglie in totale, solamente 6/7 zapatiste. Malgrado le provocazioni la convivenza ci e’ apparsa buona la vita quotidiana in questo splendido llugar va avanti apparentemente in totale tranquillita’. Dicevamo, il nostro “lavoro” e’ stato quello di accompagnare i compas praticamente ogni mattina su e giu0 per i sentieri della riserva. Dopo qualche giorno di alberi tagliati ne abbiamo trovati e pure parecchi! In questi casi, compito dei compas e’ quello di “far rapporto” alla JBG di Oventik che decidera’ il da farsi. L’approccio e’ comunque sempre lo stesso: passamontagna e tranquillita’. I compas che abbiamo accompagnato si sono suddivisi in due brigate nei dieci giorni che siamo stati a Huitepec. La prima brigata di etnia e lingua Tzotzil, chiusetti e un poco restii al dialogo ma di gran cuore e squisitamente gentili. La seconda brigata di etnia e lingua Tzertal, decisamente piu’ estroversi e loquaci e con tutta l’aria di gran festaioli (gia’ ci dissero delle feste organizzate al Caracol…;-)). PArlando con i compa abbiamo intuito la storia di questa riserva, dal 98 in mano zapatista. Il governo aveva intenzione di privatizzarla per farci un museo e un parco geologico, i nativi del posto si sono pero’ uniti agli zapatisti dichiarando la riserva territorio autonomo protetto. Scandalosamente (ma ormai chi si si stupisce piu’…) pure la Coca Cola ha voluto (e vorrebbe tuttora) fare i suoi loschi e sporchi affari sulla pelle della gente di questo posto, succhiando l’acqua dalle pochi fonti disponibili e distruggendo il territorio (Colombia, Bolivia, India…que mas??). Malgrado, come dicevo, l’apparente tranquillita’ e l’aurea assai folkloristica di dormire in capanne di lamiera con il pavimento in terra battuta su tavole di legno a mo’ di letto a magnar riso e fagioli per praticamente 10 giorni, ci si rende conto di come la determinazione e la costanza dei compagni zapatisti nel continuare imperterriti a monitorare questo paradiso naturale sia di fndamentale importanza contro gli abusi e i soprusi da parte del malgoverno e dei suoi zerbini.
La chicca direi che e’ stata la visita della scuola autonoma zapatista, una capannetta con pochi banchi e una lavagnetta al muro dove abbiamo avuto il “privilgegio” tutto occidentale di poter fare una lezioncina di geografia e storia dei nostri paesi ai 7 bimbi presenti. Assai imbarazzante dal momento che ci siamo resi conto che questi bimbi mai sono iusciti e probabilmentemai usciranno dalle loro comunita’…Cilegina sulla torta (che ci ha fatto tornare all’accampamento con parecchi dubbi per la testa) il temino che il maestro ha voluto far fare ai bimbi (media di 10 anni): biodiversita’ dell’umanita’…Il contesto, col senno di poi, mi fa capire che in una scuola autonoma zapatista, l’educazione alla lotta e’ la base per un insegmanento fuori dai canoni delle scuole gestite dal malgoverno. Niente da stupirci quindi se, col nostro aiuto una volta terminato il temino il maestro ha tenuto la sua lezione non tanto sui concetti di biodiversita’ in generale e di umanita (ancora piu’ in generale) ma bensi’ sullo sfruttamente e il controllo che il neoliberismo e i malgoverni ne fanno a loro discapito. In poche parole quello che mi chiedo tutt’ora…proselitismo brucia tappe oppure forma ribelle ed autonoma d’insegnamento?

About bardanera

Figlio di Chernobyl, nato in una fredda mattina autunnale, Bardanera ha, da poco, tirato una linea di demarcazione tra il suo passato e ciò che sta costruendo. Musico, operatore sociale ed attivista libertario, ama i carciofi sott'olio, la musica celtica e suonare il banjo nudo al chiaro di luna. Odia il pop, le divise, e tutto ciò che rende la sua vita e quella degli altri una prigione. View all posts by bardanera

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